A Firenze, mentre la peste nera continua a mietere vittime, il perfido Gerbino de la Ratta cerca di trarre vantaggio dalla morte dei genitori di Pampinea Anastagi per portarla all'altare e farla sua sebbene sia già stata promessa in sposa al conte Dzerzhinsky. Decisa a tener fede alla parola data al padre, la giovane spedisce un gruppo di amici alla villa di campagna dove verranno celebrate le nozze e a insaputa di tutti si rifugia in un convento per preservare la verginità in attesa dello sposo in arrivo dalla Russia. Pampinea però non sa che nello stesso convento è nascosto anche Lorenzo de Lamberti, fuggito dalla spada di de la Ratta e celato dietro il silenzio, la sordità e le vesti di giardiniere tuttofare e latin lover.
Ispiratosi liberamente al Decameron di Boccaccio, David Leland mescola sacro e profano, XIV secolo e Nuovo Millennio per mettere in scena una commedia (sexy) in costume vagamente sboccata e alquanto anacronistica. L'effetto ricreato dagli abiti di Roberto Cavalli, che ha prodotto il film insieme a Martha e Dino De Laurentiis, sommato a quello della musica rock utilizzata nella colonna sonora riporta alla memoria quanto già fatto da Jake Scott in Plunkett & Macleane, ma gli acerbi dialoghi e il leitmotiv a sfondo sessuale ottengono tutt'altro risultato.
Decameron Pie (mai titolo italiano era stato tanto calzante) affronta infatti con audacia il modello della farsa giovanilistica riportata al successo da Paul Weitz nel 1999 e, dimentico del conciso sottotitolo - Il primo assaggio non si scorda mai - prova a bissarne la leggerezza e la volgarità fallendo nel tentativo di replicarne irriverenza e comicità.
Se gli adolescenti dall'ormone impazzito avranno di che sollazzarsi con la visione di nudi, tra i quali quello della Canalis, le fanciulle dall'animo romantico troveranno nel casto bacio tra Lorenzo e Pampinea un motivo per proseguire la visione del film nonostante qualche caduta di stile.
Alla fine, quello che rimane del capolavoro di Boccaccio è solo la premessa: "Bocca baciata non perde ventura, anzi rinnuova come fa la luna".