Dio, deluso dagli uomini, dà loro un'ultima possibilità di rifarsi incaricando Noè, onesto e integro, di costruire un'arca in grado di ospitare la sua famiglia e una coppia di ogni specie animale, maschio e femmina. A bordo dell'arca i prescelti potranno sopravvivere al diluvio universale che il Creatore sta per scatenare e potranno ripopolare un nuovo mondo, quando le terre saranno infine riemerse dalle acque. Uomo di fede, Noè obbedisce al suo Signore e s'imbarca con la moglie, i tre figli e le tre nuore, le quali naturalmente non si possono vedere fra loro. Intanto, ai piani inferiori dell'arca, gli animali vivono giorni difficili, sotto la guida senza nerbo del principe leone Tanga, interessato solo a farsi bello e a divertirsi, e minacciati dal pretendente al trono Tartaro, la tigre che capeggia una gang di predatori che non ha alcuna intenzione di attenersi alla prescritta dieta vegetariana.
In tempi di catastrofiche previsioni meteorologiche, l'argentino Juan Pablo Buscarini sceglie di non raccontare la fine del mondo ma il suo inizio, anche se, in questo caso, gli estremi sono a un passo dal toccarsi.
L'Arca di Noè , avanguardia dell'animazione sudamericana, s'ispira nella costruzione drammaturgica alla moderna prassi d'incunearsi, con i mezzi della letteratura o del cinema, nel fiume della Storia o della letteratura stessa per ingrandirne un tratto, illuminarlo con l'occhio di bue e navigare di fantasia al suo interno, rispettando il plausibile e stiracchiando il romanzabile. Così, qui si narra di ciò che la Bibbia non dice e anzi omette, ovvero dei giorni di convivenza forzata fra animali, parenti e serpenti; dei complotti, dei sotterfugi e delle bische clandestine nella stiva.
L'operazione riesce, la pellicola è godibile, abbottonata come prevedibile, non particolarmente inventiva, ma completa in ogni sua parte, dal numero musicale ("I will survive", giustamente) a quello politically correct della coppia gay. Se l'idea di smascherare gli "effetti speciali" del boss del Paradiso non è nuova, spicca, d'altra parte, quella di vederlo alle prese con la prima stesura del suo testo sacro, preoccupato di trovare frasi brevi e incisive e aperto ai suggerimenti dello scriba.
Dedicato a un pubblico di ultraminorenni, L'Arca di Noè è fiaba, storia (il diluvio), un'ora di educazione civica (l'immenso tema della convivenza tra diversi) e un quarto d'ora di religione.
Il cinema che esige il dibattito e quello che si fa bastare l'intrattenimento si "alleano" in questa pellicola sotto il segno dell'arcobaleno, simbolo del ponte possibile tra vedute lontane fra loro.