Su Steel finalmente arriva "Fringe", l'ultima fatica di J.J. Abrams, geniale creatore di "Lost" e "Alias". La sceneggiatura di “Fringe” può essere messa a verbale come l’oggetto più conteso dai network televisivi per quanto riguarda la stagione 2008. Ad assicurarsela, alla fine, è stata la Fox che per l’episodio pilota ha sganciato la bellezza di 10 milioni di dollari. Tanta grazia non arriva ovviamente per caso, le pagine in questione sono infatti l’ultimo frutto della scatenata e folle fantasia di J.J. Abrams, autentico prodigio della scrittura seriale che nel suo curriculum televisivo vanta la paternità di due capolavori come “Alias” e “Lost”.
Abrams non si limita ad elaborare una storia, lui fabbrica veri e propri universi paralleli e iper-reali che travalicano lo schermo e si espandono nella rete attraverso siti fittizi pronti ad offrire un’esperienza che vada oltre lo show e sappia catturare l’audience on-line.
Se per “Lost” erano comparsi siti aggiornatissimi come quello della Oceanic, che pubblicava annunci sulla sospensione dei servizi in seguito al disastro aereo del volo 815, nel caso di “Fringe”, molti indizi su una misteriosa multinazionale chiamata “Massive Dynamic” hanno cominciato a circolare su internet quando ancora in una stanza un gruppo di autori lavorava alla stesura del quarto episodio. Ciò ha naturalmente concorso a destare la curiosità degli internauti e ha avuto un peso rilevante in termini di pubblicità.
Ma andiamo con ordine. Esiste una branca (anzi una frangia) estrema della scienza detta “Fringe Science” che studia le mutazioni genetiche, la telecinesi, la rianimazione, l’invisibile e altri fenomeni considerati paranormali. Ed è appunto di questo che la serie di occupa.
Tutto, ancora una volta, comincia da un aereo, il volo internazionale 627, che atterra nell’aeroporto di Boston con equipaggio e passeggeri morti e squagliati. Un attacco batteriologico? L’agente FBI Olivia Dunham (Anna Torv) viene incaricata del caso e le prime indagini la conducono al Dr. Walter Bishop (John Noble), un ex scienziato del governo rinchiuso in un centro di igiene mentale in cui può ricevere solo le visite di un parente. E’ così che Olivia arriva poi a Peter (Joshua Jackson), il figlio di Bishop, e lo costringe a collaborare.
Questa squadra improvvisata piano piano scoprirà che l’orribile strage non è che un dettaglio di un grande disegno detto “Lo Schema” (“The Pattern”, nella versione originale).
A differenza di “Lost”, Abrams con “Fringe” batte la pista degli episodi autoconclusivi (che alla conta degli ascolti pagano), senza comunque rinunciare ad una scrittura strutturata sulla distanza e capace di irretire, ossessionare e destabilizzare lo spettatore. Insomma uno show che, ancora una volta, darà forte assuefazione.
Su Steel dal 31 gennaio.
Copyright Nexta Media
Abrams non si limita ad elaborare una storia, lui fabbrica veri e propri universi paralleli e iper-reali che travalicano lo schermo e si espandono nella rete attraverso siti fittizi pronti ad offrire un’esperienza che vada oltre lo show e sappia catturare l’audience on-line.
Se per “Lost” erano comparsi siti aggiornatissimi come quello della Oceanic, che pubblicava annunci sulla sospensione dei servizi in seguito al disastro aereo del volo 815, nel caso di “Fringe”, molti indizi su una misteriosa multinazionale chiamata “Massive Dynamic” hanno cominciato a circolare su internet quando ancora in una stanza un gruppo di autori lavorava alla stesura del quarto episodio. Ciò ha naturalmente concorso a destare la curiosità degli internauti e ha avuto un peso rilevante in termini di pubblicità.
Ma andiamo con ordine. Esiste una branca (anzi una frangia) estrema della scienza detta “Fringe Science” che studia le mutazioni genetiche, la telecinesi, la rianimazione, l’invisibile e altri fenomeni considerati paranormali. Ed è appunto di questo che la serie di occupa.
Tutto, ancora una volta, comincia da un aereo, il volo internazionale 627, che atterra nell’aeroporto di Boston con equipaggio e passeggeri morti e squagliati. Un attacco batteriologico? L’agente FBI Olivia Dunham (Anna Torv) viene incaricata del caso e le prime indagini la conducono al Dr. Walter Bishop (John Noble), un ex scienziato del governo rinchiuso in un centro di igiene mentale in cui può ricevere solo le visite di un parente. E’ così che Olivia arriva poi a Peter (Joshua Jackson), il figlio di Bishop, e lo costringe a collaborare.
Questa squadra improvvisata piano piano scoprirà che l’orribile strage non è che un dettaglio di un grande disegno detto “Lo Schema” (“The Pattern”, nella versione originale).
A differenza di “Lost”, Abrams con “Fringe” batte la pista degli episodi autoconclusivi (che alla conta degli ascolti pagano), senza comunque rinunciare ad una scrittura strutturata sulla distanza e capace di irretire, ossessionare e destabilizzare lo spettatore. Insomma uno show che, ancora una volta, darà forte assuefazione.
Su Steel dal 31 gennaio.
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